Metamorfosi
Racconti di fuochi e metalli
Lo spettacolo

























Foto di Fabio Passador
Associazione Teatro Maniago
e Laboratorio degli Archetipi
Metamorfosi
Racconti di fuochi e metalli
5 Settembre 2025
Testo e drammaturgia di Giacomo Camuri
Regia di Ilaria Bomben
Scenografie curate da Ilaria Bomben, in collaborazione con i partecipanti all’Officina creativa e ai laboratori di comunità e il supporto di Mariagiulia Monticelli
Musiche di Fabio Arnosti, realizzate con la collaborazione di Enrico Poddighe, Stefano Salmaso e grazie agli spunti dei partecipanti al workshop realizzato a luglio, dove Arnosti ha registrato in loco contributi musicali proposti ad hoc da Daniele e Davide Brandolisio.
Trapezio: Sarah Ferretti
Coordinamento coreografico: Valentina Bomben
Voci Narranti: Gaia Petozzi, Sandro Tomé, Braian Giacin
Audio e luci: Samuele Rosa, Nicola Bozzer, Davide Durì, Marco Belluz - Teatro Maniago aps
Organizzazione e coordinamento laboratori: Luciana Bruna, Gabriele Petozzi, con Giannola Siega, Agnese Sitta, Mara Giacomelli, Stefania Bertin, Gabriele Bomben - Teatro Maniago aps.
Foto di scena: Fabio Passador
Video: Francesco Di Lorenzo
Grafica: Valentina Bomben
L’immagine in locandina è di Damiano Lena - Officina creativa
METAMORFOSI: RACCONTI DI FUOCHI E METALLI
Un teatro della comunità
Lo spettacolo, scritto in collaborazione con il filosofo Giacomo Camuri, presidente dell’Associazione "Laboratorio degli Archetipi – Teatro Scuola Poetica Ambiente" ed esperto di antropologia e drammaturgia dell’immaginario, nasce come proseguimento del progetto di Teatro di Comunità proposto da Teatro Maniago lo scorso anno e sostenuto dalla Banca 360 FVG. “Metamorfosi: racconti di fuoco e metalli” è il titolo dello spettacolo, che affronta il tema delle origini della metallurgia, strettamente legata alla storia di Maniago, Città dei Coltelli, arricchendosi di svariati riferimenti a storie e mitologie, locali e provenienti da diverse parti del mondo, interpretati con il linguaggio del Teatro e delle arti in esso contenute.
Lo spettacolo può essere definito di Teatro sociale, vedendo la partecipazione di una compagnia multidisciplinare composta da: musicisti professionisti, danzatori professionisti, artisti circensi, attori e animatori professionisti con alle spalle esperienze di teatro sociale e feste di piazza e un gruppo di "attori per caso", formato da bambini, ragazzi, adulti e persone in situazione di fragilità, che parteciperanno attivamente alla costruzione dello spettacolo. Questo si fonda su un delicato equilibrio tra l’arte performativa di alto livello e la partecipazione attiva della comunità. I performer professionisti non sono solo interpreti, ma veri e propri catalizzatori di energia creativa, capaci di guidare con sensibilità ed esperienza il gruppo eterogeneo dei partecipanti. Attraverso la loro competenza, i professionisti rendono possibile la coesione scenica tra linguaggi artistici diversi, creando un tessuto narrativo, in cui ogni partecipante trova il proprio spazio espressivo. La loro presenza garantisce un alto livello artistico e tecnico, fondamentale per la qualità dello spettacolo e per la sua capacità di coinvolgere il pubblico. Attori e danzatori in scena garantiscono un supporto attento e inclusivo, affinché il gruppo di attori non professionisti possa esprimersi al meglio, valorizzando la propria unicità. Lo spettacolo diventa così un'esperienza coinvolgente e significativa, che unisce narrazione, espressione corporea e sperimentazione musicale in un percorso condiviso.
Il risultato è un'opera corale, in cui tradizione, innovazione e inclusione si fondono in una performance potente e autentica.
Uno degli elementi più innovativi dello spettacolo è la musica, che nasce da un processo di creazione condivisa. La colonna sonora originale è stata composta da Fabio Arnosti, che ha guidato un laboratorio di sperimentazione e ricerca musicale insieme a un gruppo di giovani musicisti e curiosi. Questa esperienza unica ha visto i partecipanti esplorare diverse sonorità, combinando musica elettronica, percussioni metalliche, strumenti a fiato.
Il tema
Lungo il corso dei torrenti Colvera e Cellina, tra i boschi e le montagne friulane, un’arte antica ha preso forma: quella della metallurgia. “Metamorfosi: racconti di fuoco e metalli” racconta la storia dell’uomo e del metallo, del fuoco e della trasformazione, della fatica e della bellezza. Gli spettatori viaggeranno attraverso il tempo, scoprendo il legame tra la natura e l’ingegno umano. Nella fucina del teatro, dove il metallo canta sotto i colpi del martello, la scena si anima di danze evocative, grandi scenografie dinamiche, musiche dal vivo e acrobazie spettacolari. Nella fucina del teatro, dove il suono del martello scandisce il tempo e il respiro del fuoco illumina il volto dei protagonisti, si intrecciano storie di lavoro, fatica, comunità e ingegno. Nel grande atto collettivo della forgiatura, il ferro diventa specchio della nostra esistenza: solo attraversando il fuoco delle esperienze possiamo temprarci, rafforzarci e infine trovare la nostra forma migliore. Come il ferro, anche noi siamo materia plasmabile. Possiamo irrigidirci nel timore del cambiamento o possiamo accettare di trasformarci, lasciando che il calore dell’incontro e la forza della comunità ci modellino, ci rendano più forti, più armoniosi, più umani.
Maniago e la sua tradizione fabbrile diventano protagonisti di una narrazione che unisce storia e contemporaneità. “Metamorfosi: racconti di fuoco e metalli” è più di uno spettacolo: è un’esperienza collettiva, un rito scenico che fonde arte e memoria, un ponte tra le generazioni. Grazie alla guida di artisti professionisti e alla partecipazione attiva della comunità, il Teatro diventa una fucina di emozioni, dove suono, movimento e parola si fondono in un'opera corale di grande impatto visivo e sonoro.
Dove il fuoco incontra il metallo, nasce una storia di resistenza, bellezza e trasformazione. Come il ferro nella forgia, anche noi possiamo trasformarci: nel calore dell’incontro, nella forza dell’unione, nel battito condiviso di un’opera che unisce una comunità.
L’importanza dell’inclusione nel Teatro di Comunità
Coinvolgere persone in situazione di fragilità e l’intera cittadinanza – dai bambini agli anziani – in un progetto di Teatro di Comunità non è solo un atto artistico, ma anche un gesto profondamente sociale e trasformativo. Il Teatro, infatti, si configura come uno spazio di incontro, in cui le diversità si mescolano e le voci di tutti trovano un’espressione autentica.
In un contesto come quello di “Metamorfosi: racconti di fuoco e metalli”, questa inclusione diventa ancora più significativa. La metallurgia, con il suo processo di trasformazione della materia, diventa metafora del percorso umano: proprio come il metallo attraversa il fuoco per assumere una nuova forma, così anche la comunità può crescere, rafforzarsi e rinnovarsi attraverso l’esperienza condivisa del teatro.
Dare spazio a persone in situazione di fragilità – siano esse sociali, fisiche o psicologiche – significa creare un ambiente in cui il valore di ciascuno viene riconosciuto e potenziato. Il Teatro permette di abbattere barriere, offrendo un luogo sicuro in cui esprimersi senza giudizio. Per chi vive condizioni di marginalità, salire su un palco e raccontare una storia può rappresentare un’occasione di riscatto, di crescita personale e di rafforzamento della propria identità.
Allo stesso tempo, il coinvolgimento di tutta la cittadinanza favorisce un senso di appartenenza e di coesione sociale. Bambini, adulti e anziani che lavorano fianco a fianco alla costruzione di uno spettacolo sperimentano il valore della collaborazione e dell’ascolto reciproco. Il Teatro diventa così un linguaggio comune, capace di unire generazioni e mondi diversi in un’esperienza collettiva di grande impatto emotivo e culturale.
In questo senso, il Teatro di Comunità non è solo spettacolo, ma anche un vero e proprio strumento di cambiamento. È un'arte che plasma le relazioni umane, che dà voce a chi spesso non ne ha, che permette di raccontarsi e riconoscersi nell’altro. È un luogo in cui la fragilità diventa risorsa e la diversità si trasforma in bellezza.
Attraverso questo percorso, il Teatro non solo riflette la società, ma la modella, contribuendo a creare comunità più inclusive, più solidali e più consapevoli del valore di ogni singolo individuo.
Un progetto di Teatro Maniago aps e Associazione Laboratorio degli Archetipi
Con il Patrocinio del Comune di Maniago
Con il sostegno di FITA - Regione FVG
Con il sostegno di Banca 360 FVG
In collaborazione con:
Associazione Pro Maniago
Cooperativa sociale Itaca
Officina Creativa
Progetto Yep!
Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie
Teatro delle Piramidi aps
Associazione Filarmonica Maniago
Associazione LAGO
AGESCI Maniago 1°
AGESCI Maniagolibero 1°
Azione Cattolica